Storie di Donne

5 luglio 2023

Storie di Donne

POLIFONIA di Mimma Pasqua

Terra madre Osservai a lungo l'opera che Lucia Paese mi aveva portato perchè la esponessi nella mostra da me organizzata. I colori erano quelli nati dalla terra, i marroni intrisi di rossi cupi con pennellate materiche come se quella terra testimoniasse i sommovimenti e le tensioni di una lotta sotterranea, e su tutto una figura dominante, una donna, che fatta di quella terra, ne esprimeva la tragicità e la forza. Capii che la donna era la chiave interpretativa della ricerca dell'artista, che tutto ruotava su quella idea di donna e della sua lotta, della sua forza generativa e creativa che la identificava come artefice della sua vita. Era una voce sola che si imponeva col suo solo esserci. La mostra odierna appare quindi come il naturale sviluppo di questa indagine pittorica sulla donna in cui le emozioni debordanti sono tenute a freno dalla consapevolezza e dalla padronanza dei mezzi tecnici. Questa volta sono i volti diversi della donna che sembra cantare con timbri e accenti multiformi e con sfaccettature che ne mettono a nudo la complessità. È una polifonia, un insieme di voci che come una direttrice del coro Lucia Paese dirige, armonizzandole perchè non si verifichi cacofonia e contestualizzandole attraverso la teatralità di una messa in scena installativa site specific che canta con voce forte, a volte sussurrante e stanca e misteriosamente silente. Maschere, calchi misteriosi, identità che chiedono attenzione a spettatori desiderosi di capire. Donne che hanno donato i loro volti e il loro enigma perchè tutti possano vedere emozionandosi che senza un'eco profonda non c'è autentica comprensione.
In questa casa delle donne allestita dall'artista perche possano trovare protezione e rifugio e degna cornice trovano posto le gioie, le vittorie e le sofferenze di un cammino che si rivela difficoltoso, duro, spesso osteggiato e deriso. Un carico pesante quanto tutti i secoli che si sono accumulati per formarlo in un disegno di sopraffazione, dipendenza e annullamento. Così è la donna resa invisibile da una sottomissione, a volte falsamente intesa come abnegazione, che ne cancella volutamente l'identità, violata e violentata come la donna infibulata a cui viene negato a vita il piacere o come la donna migrante che subisce la doppia condizione di subalternità anche come diversa. Così le donne vittime di guerra o quelle che vivono un percorso di malattia fisica o mentale e quelle che vengono eliminate perchè si ribellano alla loro condizione di oggetti posseduti e usati. Ma il cammino verso la libertà e l'affermazione della propria identità è irreversibile e continua a farsi strada come dimostrano le donne letterate, le artiste, quelle che raggiungono l'apice del successo nella loro carriera. E l'Arte cosa può fare in questa realtà? L'Arte, sembra dirci l'artista, non può rinchiudersi in un mondo a parte ma deve vivere la realtà contaminandosi e denunziando e comunicando col suo linguaggio per sintesi estetiche ed emotive, con le forme e i colori e i mezzi che la creatività inventa e fa propri la sua idea di mondo a cui ci chiama partecipi. Se non ora, quando?
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